Prima esecuzione di condanna a morte, la vittima è il manifestante Mohsen Shekari.
Reazioni a livello internazionale per tale esecuzione.
- Il governo iraniano esegue la prima esecuzione a morte di un manifestante, Mohsen Shekari, condannato per coinvolgimento nelle proteste antigovernative. La magistratura ha affermato che il signor Shekari è stato accusato di “aver estratto un’arma [machete] con l’intenzione di uccidere e provocare terrore e attentare alla libertà e alla sicurezza delle persone, nonché di aver ferito intenzionalmente con un’arma fredda un ufficiale Basij mentre eseguiva il suo dovere, il terzo giorno di ottobre.” La magistratura non ha precedentemente avvertito la famiglia a riguardo della condanna, che è venuta a conoscenza dell’accaduto solo dopo l’impiccagione.
- Dopo la diffusione di questa notizia c’è stato un moto di rabbia collettivo e sono avvenute varie proteste. I manifestanti, a Tehran, sono andati nella via Sattarkhan dove era stato arrestato e acusato Mohsen Shekari. Inoltre sono iniziate una serie di azioni sul web per supportare le persone che sono state accusate di Moharebeh e che sono in pericolo di condanna a morte.
- Le Nazioni Unite, condannando l’esecuzione della prima condanna a morte di uno dei partecipanti alle proteste in Iran, ha avvertito del pericolo di ulteriori esecuzioni.
- Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly ha definito “triste” la notizia dell’esecuzione del primo manifestante delle recenti proteste in Iran e si è detto “arrabbiato” nel sentire questa notizia.
- Pina Picherno, deputata del Parlamento europeo ha twittato: “Mohsen Shekhari, uno dei ragazzi arrestati durante le proteste in Iran, è stato impiccato questa mattina. Questa è la prima folle condanna a morte per un manifestante in Iran. Ci troverete sempre dalla parte della libertà e dalla parte dei manifestanti”.
- In un tweet, il ministro degli Esteri tedesco Analina Baerbock ha definito “disumano” il comportamento del governo iraniano e ha sottolineato che la minaccia di esecuzione “non soffocherà l’appello alla libertà del popolo iraniano”.
- Josep Burrell, funzionario per la politica estera dell’Unione europea, ha scritto: “Sono rimasto inorridito dall’esecuzione di Mohsen Shekari, il primo caso legato alle proteste dell’Iran. Discuteremo dell’Iran alla riunione ministeriale dell’Unione europea. Sottolineiamo la necessità di rispettare i diritti fondamentali delle persone.”
- Ned Price, il portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha espresso la sua solidarietà alla famiglia di Mohsen Shekari e ha annunciato che la sua esecuzione mostra la terribile intensificazione degli sforzi del regime per reprimere l’opposizione e le proteste. Ha aggiunto: “Piangiamo la sua morte e porgiamo le nostre condoglianze ai suoi familiari”.
- Il ministro degli Esteri della Norvegia, in un comunicato, ha chiesto alla Repubblica islamica di fermare immediatamente le esecuzioni e porre fine alla soppressione delle libertà fondamentali.
- La Corte costituzionale belga ha sospeso il controverso accordo di scambio di prigionieri tra questo Paese e il governo della Repubblica islamica dell’Iran, ed è stato sospeso a causa del rilascio di Asadullah Asadi, un diplomatico iraniano condannato a 20 anni di carcere per il reato di aver pianificato un attentato dinamitardo alla conferenza dell’Organizzazione dei mujaheddin del popolo. La Corte costituzionale belga ha ora affermato che il trattato è stato sospeso in attesa di una decisione definitiva che verrà presa nei prossimi tre mesi.
- Nel suo discorso all’Accademia del Nobel, la scrittrice francese e premio Nobel Annie Arnault, sostenendo le proteste delle donne in Iran, ha definito la Repubblica islamica “la forma più violenta e più antica di potere maschile”. In una parte di questo discorso, la signora Erno ha sottolineato che le donne nelle loro proteste “hanno trovato le parole per distruggere il potere maschile”.
- Amnesty International in Belgio ha alzato un grande sipario davanti all’Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran, per protestare contro l’esecuzione di Mohsen Shekari, con la parola “vergogna”.
- Il ministero degli Esteri francese afferma che l’Unione europea è in procinto di accettare di applicare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Repubblica islamica.
- Un file audio di un manifestante condannato a morte, Sahand Noor Mohammadzadeh, all’interno della prigione di Teheran, racconta di torture e mostra esecuzioni.
- Mirhossein Mousavi, da 12 anni agli arresti domiciliari con la moglie Zahra Rahnavard, afferma che “né i proiettili, né le mitragliatrici, né il patibolo fermeranno il movimento del popolo per la libertà e la sovranità sul proprio destino”. Il signor Mousavi ha scritto in una dichiarazione destinata al governo: “Rispetta i diritti della nazione e smettila di cercare di umiliare i cittadini e i giovani”. Rivolgendosi ai vertici della Repubblica islamica, ha affermato che “il vostro dovere era proteggere la vita delle persone, non togliere la vita ai cittadini”.
- Quasi 400 attivisti culturali e artistici in una lettera aperta al consiglio di amministrazione di Khane Cinema e al comitato per la protezione legale e giudiziaria dei direttori della fotografia hanno chiesto spiegazioni sul motivo del continuo arresto di artisti e hanno annunciato di essere pronti a mantenere la promessa di Khane Cinema sedersi davanti all’Organizzazione Cinema del Ministero in segno di protesta.
- Con l’avvicinarsi di tre mesi di proteste a livello nazionale in Iran, il comandante in capo delle forze di polizia della Repubblica islamica e dell’Organizzazione di intelligence di Faraja ha minacciato i manifestanti con una prossima azione “decisiva e istruttiva”.