Dichiarazioni del procuratore generale a riguardo dell’obbligo dell’hijab.
Effetti dell’avvelenamento massivo degli studenti universitari.
Viaggio di Ebrahim Raisi nelle regioni curde dell’Iran, in risposta alle insoddisfazioni di Khamenei.
Continuano gli scontri nelle province del Sistan e del Belucistan.
- Il procuratore generale del paese ha menzionato la questione di togliere l’hijab come una delle attuali preoccupazioni e ha detto: “Il Parlamento e il Consiglio supremo della rivoluzione islamica stanno lavorando e studiando la questione dell’hijab, i cui risultati saranno noti nei prossimi 15 giorni.”
- A seguito dell’ondata di avvelenamento di massa degli studenti in almeno quattro università di Isfahan, Khwarazmi Karaj, Arak University of Technology e Allameh University di Teheran, i consigli sindacali studenteschi del paese hanno descritto l’evento come “avvelenamento a catena” e alcuni altri canali studenteschi lo hanno descritto come “avvelenamento intenzionale”.
- Nel suo ultimo pacchetto di sanzioni contro la Repubblica islamica dell’Iran, il Canada ha sanzionato quattro funzionari iraniani e cinque istituzioni, tra i nomi dei sanzionati c’è Morteza Talai, l’ex comandante delle forze di polizia della provincia di Teheran, il cui viaggio in Canada ha fatto notizia lo scorso anno.
- Mehdi Shamsabadi, il procuratore di Zahedan, ha smentito le notizie riguardanti l’emissione di un “ordine di Moharebe/pericolo di disturbare l’ordine e la sicurezza pubblica” per due fratelli di 15 e 16 anni di nome Mohammad e Ali Rakhshani nella prigione centrale di Zahedan.
- Ebrahim Raisi si è recato nella provincia del Kurdistan, culla delle proteste in corso in Iran, e lì ha affermato che i “nemici” della Repubblica islamica stavano cercando di “destabilizzare” il Kurdistan. Questo viaggio ha avuto luogo dopo la divulgazione di un bollettino confidenziale in cui veniva sottolineata l’insoddisfazione di Khamenei per la prestazione di Raisi nel frenare le proteste.
- Il National Center of Cyberspace ha obbligato il governo e le istituzioni pubbliche a togliere le informazioni pubblicate sul web, entro un’ora al massimo, se risultassero “false”. Esso richiede ai ministeri, alle istituzioni pubbliche, alle aziende statali di rispondere delle “notizie false”; intanto molte istituzioni ufficiali in Iran hanno persino smesso di pubblicare i loro rapporti mensili e l’accesso ai database e alle statistiche del loro sito web.
- Il funerale di Mehran Samak, manifestante ucciso la sera della sconfitta della squadra iraniana ai mondiali, è stato molto partecipato ed è diventata occasione di una protesta, intonando vari slogan tra cui: “lottiamo, moriamo, riprendiamo l’Iran.”
- In diverse città del Sistan e della provincia del Belucistan, dopo la preghiera del venerdì, sono scoppiati scontri su larga scala tra le forze di sicurezza e li protestanti. I manifestanti a Zahedan hanno cantato lo slogan “Sheikh-ul-Islam con Dio, Khamenei sotto i suoi piedi” a sostegno di Maulvi Abdul Hamid. Le donne hanno protestato contro il governo e hanno cantato “Avanti la rivoluzione”. Persone provenienti da altre città del Sistan e della provincia del Baluchistan, come Chabahar, Zahk, Iranshahr, Khash, ecc., hanno tenuto una manifestazione di protesta.
- Abdulhamid Esmailzahi, imam della zona sunnita dello Zahedan, ha espresso la sua preoccupazione per l’emissione di muharibeh e condanne a morte per gli arrestati durante la rivolta rivoluzionaria contro la Repubblica islamica. Ha anche detto: “Siamo tutti iraniani. Da Zoroastrismo a Derviscio a Bahai.”