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29.11.2022

Manifestazioni dopo l’esclusione della nazionale di calcio iraniana dai campionati mondiali.

Proposta degli Stati Uniti di rimuovere l’Iran dal Consiglio delle Nazioni Unite sullo status delle donne.

Visita istituzionale a Tehran del primo ministro iracheno Shia’ Al-Sudani.

  • Dopo la sconfitta dell’Iran contro l’America nel campionato mondiale di calcio e la conseguente esclusione, ci sono state diverse manifestazioni in tutto il paese, con intervento da parte delle forze dell’ordine e alcune persone picchiate e persino uccise; tra le vittime il cittadino Mehran Sumak.
  • Gli studiosi sunniti delle città di Khash, Taftan e Mirjaveh, diffondendo un videomessaggio in risposta alle “recenti tragedie” in questa provincia e in altre parti dell’Iran, hanno chiesto di fermare la “macchina repressiva” nei confronti delle proteste popolari.
  • Un gruppo di infermiere dell’ospedale Khomeini di Teheran e i dipendenti della Bandar Abbas Gondle Manufacturing Company hanno smesso di lavorare e sono entrati in sciopero. I dipendenti, gli autisti e i camionisti di Saif Khodro sono entrati nel quarto giorno di sciopero.
  • L’agenzia di stampa Mizan, affiliata alla magistratura, ha annunciato lo svolgimento della prima udienza contro Majidreza Rahnavard, uno dei detenuti delle recenti proteste, con l’accusa di “moharebeh”-ovvero distruzione dell’ordine e della sicurezza. Il rappresentante del pubblico ministero ha accusato il manifestante di aver aggredito sei membri Basij il 17 novembre nella via “Har Ameli” di Mashhad, durante la quale due di loro sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti.
  • Ali Karimi, ex giocatore della nazionale di calcio iraniana entrato a far parte della Jirga dell’opposizione contro la Repubblica islamica, ha dichiarato in un’intervista a Max Amini, comico iraniano-americano, andata in onda sul canale TV Menuto: “Ora abbiamo raggiunto un punto in cui non possiamo fermarci. Dobbiamo finire il lavoro. Perché se questa volta non finiamo il lavoro, ci saranno brutte conseguenze.”
  • L’agenzia di stampa Reuters, citando diversi diplomatici, ha riferito che la risoluzione proposta dagli Stati Uniti per rimuovere la Repubblica islamica dalla Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne sarà votata il 14 dicembre.
  • Reuters ha scritto che gli Stati Uniti hanno pubblicato lunedì 28 novembre una bozza della risoluzione, a cui ha avuto accesso anche questa agenzia di stampa.
  • Mohammad Shia’ Al-Sudani, il primo ministro iracheno, si è recato a Teheran ed è stato accolto da Ebrahim Raisi nel palazzo Saad Abad. Dopo aver parlato con Al-Sudani, Raisi ha affermato in una conferenza stampa congiunta che la lotta ai “gruppi terroristici” è uno degli “accordi e volontà comuni” dei due Paesi. Da sottolineare che la visita del primo ministro iracheno a Teheran è avvenuta mentre nelle scorse settimane i Guardiani della rivoluzione bombardavano le posizioni dei curdi che si opponevano alla Repubblica islamica nella regione autonoma del Kurdistan iracheno.
  • I rappresentanti della camera bassa francese, all’unanimità e senza voti contrari, hanno approvato la risoluzione che condanna la repressione delle proteste e la necessità di esercitare pressioni sulla Repubblica islamica da parte dei paesi europei.
  • La Corte Suprema dell’Ontario in Canada ha dichiarato l’IRGC come “entità terroristica”; la Forza Quds, uno dei suoi rami, era stata precedentemente riconosciuta dal Canada come organizzazione terroristica. Tale sentenza è stata emessa nell’ambito di un’inchiesta su un debito di circa un milione di dollari di un defunto avvocato canadese nei confronti di una compagnia aerea iraniana: il giudice ha deciso di annullare questo debito, perché Babak Zanjani, il proprietario della compagnia iraniana, è stato accusato di finanziamento dell’IRGC. Infatti pagamento di questo debito violerebbe le leggi antiterrorismo del Canada.
  • Il 28 novembre, il Consiglio di vigilanza della stampa iraniana ha emesso un avviso chiedendo ai media del paese di astenersi dal mostrare immagini e contenuti che ha definito “contrari alle norme sociali nel campo dell’hijab”.
  • Il sito web sui diritti umani Hengaw e il Kurdistan Human Rights Network hanno segnalato l’impossibilità di conoscere le sorti di dozzine di manifestanti arrestati nella città di Sarablah, nella provincia di Ilam, e del “rapimento di oltre 22 persone” da parte delle forze di sicurezza .