Richiesta di Amnesty International.
Prese di posizioni dei rappresentati degli attori e dei musicisti iraniani.
Rapporti sulle uccisioni dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine, in modo particolare nelle regioni curde.
Continuano le interruzioni di Internet per evitare la diffusione di prove e notizie.
- In una dichiarazione Amnesty International ha chiesto un’azione rapida da parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dopo l’orribile uccisione di manifestanti in Iran.
- In risposta all’arresto e alla convocazione di alcuni attori, l’Iran Cinema House ha avvertito il governo della Repubblica islamica con una dichiarazione:”Iran Cinema House mette in guardia contro le violenze contro il popolo iraniano e, a causa delle continue convocazioni e arresti dei suoi membri, se le minacce e gli arresti non finiscono e i cineasti arrestati non vengono rilasciati, chiederà ai suoi membri di continuare a scioperare e a smettere di collaborare con il governo.” Numerosi attori e i membri della communità cinematografica hanno anche pubblicato un comunicato chiedendo alle autorità di liberare le due attrici arrestate nei giorni scorsi, Hengameh Ghaziani e Ketayoun Riahi.
- Iran Music House ha anche condannato l’arresto di alcuni musicisti e ha annunciato in un comunicato: “In rispetto a tutto il nobile popolo della musica iraniana e per la comprensione delle vostre legittime preoccupazioni, la casa musicale iraniana non smetterà per un momento di richiedere la liberazione di tutti gli artisti, fino al loro effettivo rilascio”.
- A un certo numero di celebrità e artisti è stato vietato di ricevere servizi sociali per ordine del tribunale, a causa del loro sostegno alle proteste a livello nazionale.
- NetBlocks, in quanto organizzazione non governativa che monitora lo stato di Internet nel mondo, ha annunciato la diffusa interruzione di Internet in Iran, dalla chiusura completa nell’ovest del paese, ovvero il Kurdistan, alla chiusura degli operatori nella maggior parte città. Internet è stato interrotto nella fase in cui si sono intensificate le violenze e le uccisioni della Repubblica islamica contro i manifestanti.
- Il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche ha effettuato gravi attacchi contro la regione del Kurdistan iracheno e anche parti del Kurdistan iraniano.
- Le immagini pubblicate sul web indicano l’efferato massacro della popolazione di Marivan e Sarvabad da parte di carri armati e camion, tanto che gli utenti di Twitter hanno definito la situazione del Kurdistan “guerra”. Inoltre, il parlamento iracheno ha indagato sugli attacchi missilistici e di droni dell’Iran.
- Dodici membri del parlamento italiano e un gruppo di attiviste per i diritti umani italo-iraniane hanno chiesto congiuntamente al governo italiano di impedire al governo della Repubblica islamica di emettere ed eseguire condanne a morte per i prigionieri che protestavano.
- La Repubblica islamica ha dichiarato che 40 cittadini stranieri erano stati arrestati. Il governo li ha descritti come “terroristi”.
- L’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dichiarato che più di 300 persone, tra cui 40 minorenni, sono state finora uccise dal governo iraniano dall’inizio delle proteste; in tutto il paese e in 25 delle 31 province. Hanno anche espresso preoccupazione per la grave repressione nella parte occidentale del paese popolata dai curdi, avvenuta la scorsa settimana, in cui finora più di 40 persone sono state uccise. Iran Human Rights ha pubblicato una cifra di oltre 72 morti la scorsa settimana, di cui 56 nelle aree curde.
- In un sondaggio del novembre 2022 del GAMAAN (The Group for Analyzing and Measuring Attitudes in IRAN, parte del Tony Blair Institute for Global Change), quasi tre quarti degli iraniani si sono opposti all’hijab obbligatorio; di questi anti-hijabi, l’84% preferirebbe uno stato iraniano laico alla teocrazia; GAMAAN ha interpretato il dato come un’approvazione del cambio di regime.