Scioperi e manifestazioni in diverse università iraniane.
Gli attivisti per i diritti umani dichiarano 321 morti tra i partecipanti alle proteste, dal loro inizio.
La squadra di pallanuoto iraniana, ai campionati mondiali, sì rifiuta di cantare l’inno nazionale.
- Professori e studenti dell’Università di scienze mediche del Kurdistan hanno annunciato uno sciopero per protestare contro la sospensione e l’arresto di studenti, e la repressione delle proteste studentesche da parte delle forze di sicurezza della Repubblica islamica dell’Iran.
- Gli studenti della facoltà di matematica dell’Università Shahid Beheshti si sono riuniti nel campus per protestare contro l’arresto di altri studenti e hanno cantato lo slogan “Lo studente imprigionato dovrebbe essere liberato”.
Anche gli studenti dell’Università Sharif di Teheran hanno tenuto un grande raduno e hanno cantato la canzone di protesta “Serood Zan” di Mahdi Yerahi. Gli studenti della Irshad Damavand University si sono riuniti nel campus scandendo lo slogan “Se una persona viene uccisa, mille persone la sostengono “.
Gli attivisti per i diritti umani in Iran hanno dichiarato un conteggio di 321 morti tra i manifestanti; intanto tribunali della Repubblica islamica promettono dure condanne per i partecipanti alle proteste.
- L’AFP (Agence France-Presse) ha riferito che l’Asvaran, la polizia iraniana a cavallo raramente impiegata durante le proteste, stava pattugliando le strade di Teheran.
- La squadra iraniana di pallanuoto si è astenuta dal cantare l’inno nazionale iraniano durante una partita del campionato mondiale a Bangkok.