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06.11.2022

Proteste dei cittadini di Marivan a seguito dell’uccisione della giovane Nasrin Ghadri.

Manifestazioni di cittadini iraniani negli Stati Uniti e in Canada.

Proseguono le proteste in varie città dell’Iran.

I legislatori della Repubblica Islamica votano a favore della linea dura contro i manifestanti.

  • I cittadini di Marivan si sono radunati per le strade cittadine scandendo lo slogan “Morte a Khamenei”. Le corporazioni e i bazar della città hanno scioperato, per protestare contro la repressione dei manifestanti da parte delle forze di sicurezza della Repubblica islamica dell’Iran. In seguito i manifestanti sono stati attaccati dalle forze dell’ordine e almeno 35 persone sono rimaste ferita.
  • Le proteste a Marivan erano state provocate dalla morte di Nasrin Ghadri, studentessa a Teheran di origini curde. Hengaw ha riferito che la ragazza è morta sabato 5 novembre a causa della brutalità della polizia. Hengaw ha aggiunto che Ghadri è stato sepolta senza una cerimonia funebre, per il timore che un funerale avrebbe potuto portare a ulteriori proteste. Il governo iraniano non ha rilasciato dichiarazioni in merito ma ha inviato ulteriori forze di sicurezza nella regione.
  • Un folto gruppo di iraniani ha tenuto una manifestazione nella capitale degli Stati Uniti sabato sera (domenica mattina iraniana). Anche a Toronto, in Canada, gli iraniani hanno partecipato a un grande raduno.
  • Gruppi di manifestanti sono scesi in piazza a Teheran, Isfahan, Kermanshah, cantando slogan a sostegno del popolo del Kurdistan, del Sistan e del Baluchistan, tra cui lo “Kurdistan, Zahedan occhio e luce dell’Iran”. Inoltre gli slogan “Morte al dittatore” e “Morte a Khamenei” sono stati scanditi durante la manifestazione serale di Tehran Pars. Un gruppo di residenti della città di Ati-saz si è riunito nell’area di questa città e ha cantato slogan antigovernativi.
  • Gli studenti della Sharif University di Teheran hanno tenuto un sit-in in solidarietà per i loro compagni arrestati.

I legislatori iraniani hanno esortato la magistratura iraniana a “trattare con determinazione” coloro che creano e partecipano alle “rivolte”. Secondo i media statali, 227 legislatori su 290 hanno sostenuto la dichiarazione. Inoltre l’ala intransigente del governo ha incolpato Ali Shamkhani (il segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran) per non essere stato in grado di reprimere le proteste. Secondo Hamid Rasaei, religioso ed ex legislatore, tutti gli organi di sicurezza iraniani indicano Shamkhani come il principale colpevole del fallimento della leadership nel reprimere le proteste. Rasaei ha anche accusato il presidente Raisi di non aver rinviato la sostituzione di Shamkhani.