51

05.11.2022

Attacchi hacker al sistema informatico iraniano provano l’uso illegittimo dei dai dati degli utenti, al fine del controllo.

Continuano le proteste in molte università del paese.

I giocatori della nazionale di volley su sabbia si rifiutano di cantare l’inno nazionale.

  • Attaccando il server di posta elettronica del “Criminal Content Identification Working Group”, l’Anonymous hacking group ha pubblicato corrispondenza e documenti interni della Procura iraniana, riguardanti la gestione del filtraggio di internet. Questi documenti contenevano informazioni sull’accesso illegale ai dati degli utenti, nonché l’affidavit dei proprietari del sito web.
  • In un’altra e-mail trapelata, è stato rivelato che uno dei siti che fornivano il gateway di pagamento aveva consentito a questo organismo di accedere alle informazioni degli utenti e alle loro transazioni in qualsiasi momento – anche senza la necessità di un’ingiunzione del tribunale – fornendo accesso di supervisione alla task force del pubblico ministero. Inoltre, i siti web internet.ir, pewandha.ir e web.ir, che appartenevano tutti al comitato di filtraggio, sono stati manipolati da Anonymous e immagini e slogan relativi al movimento “Donne, vita, libertà” sono stati pubblicati al posto della loro homepage.
  • I giocatori della squadra nazionale iraniana di volleyball sulla spiaggia non hanno accettato di cantare l’inno della Repubblica islamica, prima dell’inizio della partita contro la squadra emiratina, restando in silenzio.
  • Gli studenti di varie università in Iran, tra cui Tehran, Yazd, Beheshti, Allameh Tabatabai e Azad Tehran North, hanno annunciato con una dichiarazione che sciopereranno e si rifiuteranno di frequentare le lezioni fino al rilascio degli studenti imprigionati e alla rimozione della situazione di emergenza nelle università. Nel frattempo, anche gli studenti della Facoltà di Lettere e Lingue Straniere Allameh Tabatabai hanno annunciato che non frequenteranno le lezioni fino a quando non sarà revocato il divieto di ingresso degli studenti sospesi da questa facoltà.
  • Alcuni agenti di sicurezza hanno perquisito gli studenti della North Tehran Azad University e della Sharif University quando sono entrati nell’università.
  • Mercoledì i funzionari dell’Università Allameh hanno eretto un muro di segregazione di genere davanti alla Facoltà di Scienze Sociali, ma oggi gli studenti hanno apparecchiato un tavolo nell’aula della facoltà contro la politica della segregazione, e diversi professori si sono uniti a loro.
  • Gli studenti della Gilan University insieme agli studenti di altre università hanno organizzato una manifestazione di protesta e scandito lo slogan “Se gli studenti vengono sospesi, l’università sarà chiusa”. In questa manifestazione di protesta, la sicurezza universitaria ha cercato di impedire il movimento degli studenti e di filmare l’evento.
  • Anche gli studenti dell’Azad University di Mashhad hanno organizzato una manifestazione di protesta scandendo lo slogan “Tu sei una puttana, sei la mia donna libera”. Gli studenti hanno anche invitato altri studenti ad unirsi, con lo slogan “Studente zelante, sostegno, sostegno”.
  • Inoltre, anche gli studenti dell’Università Khwarazmi di Karaj si sono riuniti e hanno cantato slogan come: “Non abbiamo ucciso per scendere a compromessi, per lodare il leader assassino”
  • Anche gli studenti della Sharif University si sono seduti davanti alla biblioteca centrale dell’università per protestare contro il divieto di entrare per alcuni compagni e la perquisizione delle borse.
  • Inoltre, si sono svolti raduni di protesta in diverse città dell’Iran, anche durante la cerimonia commemorativa per le vittime della rivolta rivoluzionaria contro la Repubblica islamica.
  • A Sanandaj si è svolta con una forte partecipazione, la la ceremonia del terzo giorno dalla morte di Momen Zandkarimi, ucciso dalle forze di sicurezza durante le proteste. I manifestanti hanno cantato slogan come:”Morte a Khamenei”, “Morte a Basiji” e “Moriremo, moriremo, ci riprenderemo l’Iran”.
  • I commercianti della città di Saqez, nella provincia del Kurdistan, hanno chiuso i loro negozi in solidarietà con i manifestanti in Sistan e Baluchistan e sono entrati in sciopero.
  • Manifestazioni serali e scontri con gli ufficiali sono avvenuti nelle città di Sanandaj, Marivan, Saqqez, Mahabad, Neishabur, Ahvaz, Bandar Lange, Arak, Shahryar e Bukan.