41

26.10.2022

Ulteriore espansione delle proteste.

Cerimonia dei 40 giorni alla tomba di Mahsa Amini, con intervento violento delle forze dell’ordine.

  • Le proteste si sono espanse in 33 città, tra cui Teheran, Isfahan, Mashhad, e in 23 province.
  • Ben diecimila persone in lutto si sono dirette alla tomba di Amini a Saqqez, a piedi, in auto e in automobile, per commemorare i 40 giorni dalla sua morte, che tradizionalmente segna la fine del lutto in Iran. I manifestanti si sono diretti verso Saqqez nonostante gli avvertimenti delle forze di sicurezza di non svolgere la cerimonia.
  • Secondo l’organizzazione per i diritti umani Hengaw e vari testimoni oculari, a Saqqez le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni e aperto il fuoco sulle persone. Più di cinquanta civili sono stati feriti. Il governo iraniano ha affermato che le forze di sicurezza sono state costrette a rispondere alle “rivolte”. Il governo inoltre ha cercato di bloccare l’uso di Internet nella regione. Le immagini condivise da Hengaw mostrano che la Repubblica islamica aveva inviato durante la notte una massiccia presenza di forze di sicurezza per bloccare l’ingresso a Saqqez e chiudere le strade che portano alla tomba di Amini.
  • Un gruppo di studenti dell’Università Amirkabir di Teheran ha cantato “Noi siamo le donne libere, voi siete le puttane” alla polizia. Altri si sono riuniti nelle università di Isfahan, Ahvaz, Azad e Shahid Beheshti e un enorme poster raffigurante Ali Khamenei è stato bruciato a Mashhad.
  • Un membro dell’IRGC (Corpo delle guardie della rivoluzione islamica) è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco a Malayer. Secondo l’agenzia di stampa della Repubblica islamica, sarebbe stato ucciso “da rivoltosi”, e sarebbe il 33esimo esponente delle forze di sicurezza ucciso dall’inizio delle proteste.
  • La provincia di Khorasan ha dichiarato sostegno ai manifestanti. Secondo l’Institute for the Study of War, queste dichiarazioni erano “probabilmente [intese] ad alimentare ulteriormente le divisioni settarie” nel paese. Secondo lo stesso istituto, è probabile che il governo sfrutti il ​​massacro di Shah Cheragh per sgonfiare le proteste, e lo utilizzi per reindirizzare “l’attenzione pubblica lontano dalle proteste e incanalare la rabbia verso avversari stranieri come lo Stato islamico e l’Arabia Saudita”.
  • In Germania, i conduttori televisivi Joko Winterscheidt e Klaas Heufer-Umlauf hanno messo a disposizione i propri account Instagram, che contano circa 2 milioni di follower, ad Azam Jangravi e Sarah Ramani, due attiviste per i diritti delle donne iraniane, per sensibilizzare sulle proteste. Il giorno successivo, entrambi gli account avevano guadagnato centinaia di migliaia di nuovi follower.