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20.10.2022

Lutto nazionale e sciopero indetto dai sindacati degli insegnanti.

Proseguono le proteste in varie città dell’Iran.

  • Il Consiglio di coordinamento dei sindacati degli insegnanti, ha annunciato due giorni di lutto pubblico per il “sangue ingiustamente versato di richiedenti giustizia e l’atroce uccisione di studenti iraniani”. Hanno inoltre indetto uno sciopero degli insegnanti a livello nazionale e un “sit-in” di due giorni il 23 e 24 ottobre.
  • I giovani di Tabriz sono scesi in piazza in risposta all’appello diffuso in occasione del compleanno dell’eroe della liberazione dell’Azerbaigian, Sattar Khan. Parte di questa dichiarazione recita: “Piangiamo tutte le martiri della rivoluzione femminile della vita e della libertà, da Jina del Kurdistan alla studentessa oppressa di Ardabili. Combatteremo strada per strada e quartiere per quartiere e ci riprenderemo la nostra patria.”
  • Accendendo fuochi e creando posti di blocco nelle strade di Tabriz, i manifestanti hanno cantato “Morte al dittatore” e hanno chiesto il rovesciamento del regime della Repubblica islamica. Degli scontri sono avvenuti in piazza Saat e Orak.
  • A Sanandaj, i manifestanti hanno appiccato il fuoco a una base Basij.
  • A Teheran, in via ValiAsr, Ekbatan e Sadeghieh, i manifestanti di strada sono venuti e hanno scandito slogan antigovernativi.
  • A Rasht i giovani si sono scontrati con le forze del regime in piazza Shahdari e piazza Mader.
  • L’avamposto 14 di Hesarak Karaj ha subito un incendio.
  • A Mahabad e Piranshahr sono avvenuti scontri tra combattenti per la libertà e agenti del regime.
  • Il personale medico degli ospedali di Mashhad si è radunato davanti all’edificio del sistema sanitario e ha gridato “Morte al dittatore” e “Non vogliamo un governo che uccida bambini” e ha chiesto la liberazione dalla tirannia.
  • Isfahan è stata palcoscenico di conflitti tra forze governative e giovani.
  • Gli studenti dell’Università Chamran di Ahvaz si sono riuniti, hanno cantato slogan e hanno invitato il popolo alla solidarietà e a continuare la lotta civile contro la tirannia del regime.
  • Il ricercatore Mark Pyruz è stato citato dall’AFP-Agence France-Presse- per aver affermato che le proteste sembravano aver raggiunto il picco il 21 settembre e in seguito sono continuate a un livello sostenuto, in contrasto con le proteste del 2019.
  • Henry Rome del Washington Institute ha descritto la situazione come un equilibrio instabile, in cui di fronte alle manifestazioni, l’Iran ha attivamente tentato di impedire l’organizzazione dell’opposizione. Roma ha previsto che “le proteste e le violenze attuali potrebbero persistere per un lungo periodo”.