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10.10.2022

Sciopero dei lavoratori a contratto delle aziende petrolchimiche.

Continuazione delle proteste nelle città e nelle università.

Uso della violenza da parte delle forze dell’ordine.

  • Dal punto di vista degli scioperi, questa giornata è stata un punto di svolta, per la partecipazione di lavoratori di diverse aziene petrolchimiche nel sud dell’Iran. Questa è stata la prima azione apertamente politica dei lavoratori dell’industria petrolifera, collegata alle proteste nazionali iraniane del 2022. Un certo numero di lavoratori ha smesso di lavorare e ha bloccato l’autostrada situata ad Asaluyeh. Gli operai hanno portato grosse pietre in mezzo alla strada per bloccare il traffico.
  • Ore dopo la pubblicazione della notizia delle proteste e degli scioperi relativi ai lavoratori a contratto delle aziende petrolchimiche Hengam e Bushehr, alcune fonti hanno riferito che anche i lavoratori della seconda fase della raffineria di Abadan hanno aderito agli scioperi.
  • Il consiglio organizzatore delle proteste dei lavoratori a contratto dell’azienda petrolifera, ha annunciato ufficialmente l’inizio delle proteste, pubblicando una dichiarazione lunedì 10 ottobre 2022.
  • Le proteste sono continuate in diverse città e in alcune zone di Teheran. Le città di Sanandaj, Gohardasht Karaj, Foladshahr di Isfahan, Kazerun e Saqez hanno avuto proteste più intense.
  • Gli studenti della Gilan University, della Amir Kabir University, della Tehran South Branch Azad University e della Tehran University of Art Faculty si sono riuniti e hanno protestato.
  • Per la terza volta dall’inizio dei disordini, i membri della comunità medica iraniana hanno rilasciato una dichiarazione chiedendo alle forze di sicurezza di dar prova di maggiore moderazione. Hanno affermato che i manifestanti sono stati fatti scendere dalle ambulanze e picchiati con i manganelli.
  • Il governatore della provincia del Kurdistan, Esmail Zarei Kousha, ha affermato senza fornire prove che gruppi sconosciuti “hanno complottato per uccidere i giovani per le strade” (riportato dall’agenzia di stampa semi-ufficiale Fars).
  • Secondo la stampa ufficiale iraniana, ventiquattro funzionari della sicurezza sono stati uccisi dall’inizio delle proteste da quelli che affermano fossero “rivoltosi”.
  • Secondo il gruppo per i diritti umani Hengaw, le forze di sicurezza sono dislocate in grandi quantità a Sanandaj, Saqqez e Divandarreh. Hengaw ha anche affermato che almeno cinque residenti curdi sono stati uccisi e oltre 150 feriti, da sabato 8 ottobre.