Continuano le proteste nelle città; nelle scuole e nelle università
Gli studenti che manifestano vengono caricati su furgoni senza targa.
Il governo iraniano nega l’uso dei proiettili contro i manifestanti.
Incendio e rivolta nella prigione di Lakan a Rasht.
- Le registrazioni dell’intervento degli attivisti informatici nel notiziario della TV di stato dell’8 ottobre sono state ampiamente diffuse online il 9 ottobre.
- Secondo quanto riportato dai social media dall’interno del paese, degli studenti sono stati arrestati all’interno delle scuole, dalle forze di sicurezza, e messi forzatamente all’interno di furgoni senza targa.
- Tutte le scuole e gli istituti di istruzione superiore sono stati chiusi anche nelle regioni curde dell’Iran, a significare la preoccupazione del governo per il dissenso in corso; la fonte è The Guardian.
- Le proteste sono continuate in dozzine di città in tutto il paese.
- Centinaia di ragazze delle scuole superiori e studenti universitari hanno partecipato alle manifestazioni. Secondo i gruppi per i diritti umani le forze dell’ordine hanno usato gas lacrimogeni e munizioni contro di loro.
- Il governo iraniano ha negato l’uso di proiettili da parte delle forze dell’ordine.
- Gli studenti dell’Università Allameh Tabatabai di Teheran si sono radunati davanti all’edificio dell’università. Anche gli studenti della Qazvin University si sono riuniti nel campus e hanno cantato lo slogan “Non vogliamo spettatori, unisciti a noi”. All’Università di Teheran Azad, gli studenti della facoltà di arti si sono uniti ai manifestanti contro la Repubblica Islamica e con lo slogan “Le strade sono coperte di sangue, i nostri professori sono soffocati” e hanno chiesto il sostegno dei professori e docenti. Un gruppo di studenti è apparso per le strade di Ferdis Karaj e ha intonato lo slogan “Togli la nostra fortuna, porta via il suo corpo”.
- Incendio e rivolta nella prigione di Lakan a Rasht.