Interruzione di Internet.
- Secondo un documento trapelato e successivamente ottenuto da Amnesty International, il Quartier Generale delle Forze Armate ha ordinato ai comandanti di “affrontare severamente i facinorosi e gli antirivoluzionari”.
- Secondo Hengaw, associazione per i diritti umani, un uomo presumibilmente colpito dalle forze di sicurezza due giorni prima, è morto per le ferite riportate. Hengaw ha dichiarato che un totale di dieci manifestanti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza; Amnesty International ha confermato otto di tali morti, condannando quello che ha definito “l’uso illegale di proiettili di gomma e altre munizioni” contro i manifestanti.
- WhatsApp e Instagram, gli unici social media e app di messaggistica tradizionali consentiti in Iran, sono stati limitati dal governo; inoltre si è verificata una diffusa chiusura di internet, soprattutto sulla rete mobile.
- Basij, una milizia di stato, ha tenuto contro-manifestazioni filo-governative a Teheran.
- Dimostrazioni di solidarietà con i manifestanti si sono svolte in altri paesi; compresi Canada, Italia, Svezia, Turchia e Stati Uniti.
- Secondo Iran International, c’è stato un breve scontro a fuoco tra le forze di terra dell’esercito iraniano e il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) a Saqqez.
- Secondo due agenzie di stampa semi-ufficiali iraniane, un membro di Basij è stato accoltellato a morte a Mashhad.
- Secondo un successivo rapporto di Amnesty International, il 21 settembre, 34 persone sono state uccise in tutto l’Iran.
- A partire dal 21 settembre, gli operatori mobili iraniani chiudono regolarmente l’accesso a Internet dei propri utenti ogni giorno dalle 16:00 ora locale fino a mezzanotte circa.
- Le proteste si sono svolte in tutte le città.
- La stazione di polizia Ahmedabad di Mashhad è stata data alle fiamme dai manifestanti.